IL PROBLEMA

La plastica rappresenta la quasi totalità (60-95%) dei rifiuti rinvenuti nei mari del mondo ed è il principale rifiuto rinvenuto sulle spiagge. Il Mar Mediterraneo, è oggi tra i mari più inquinati al mondo a causa della plastica che rappresenta il 95% dei rifiuti in mare aperto. L’Europa, il secondo maggiore produttore di plastica al mondo dopo la Cina, riversa in mare ogni anno tra le 150 e le 500 mila tonnellate di macroplastiche e tra le 70 e 130 mila tonnellate di microplastiche.

Nel 2018 il problema della plastica negli oceani è stato collocato tra le sei emergenze ambientali più gravi (insieme ad altre come i cambiamenti climatici, l’acidificazione degli oceani e la perdita di biodiversità). La lotta all’inquinamento marino, di cui la plastica è tra le principali cause, costituisce una delle aree di azione dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile “La vita sott’acqua” dell’Agenda 2030.

Secondo il report del WWF Alessi E. et al. 2018. “Out of the plastic trap: saving the Mediterranean from plastic pollution”, il suo principale serbatoio è proprio il Mediterraneo che rischia di trasformarsi in una vera e propria “trappola di plastica”. I grandi pezzi di plastica feriscono, strangolano e causano spesso la morte di animali, incluse specie protette e a rischio come le tartarughe marine. Ma sono le microplastiche, frammenti più piccoli e insidiosi, a raggiungere nel Mediterraneo concentrazioni record. Entrando nella catena alimentare, questi frammenti minacciano un numero ancora maggiore di specie animali e mettono a rischio anche la salute umana. L’80% di tutta questa plastica proviene da fonti terrestri e solamente il 20% da fonti marine (come pesca, acquacoltura e trasporto navale). Le 10-20 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno finiscono negli oceani del Pianeta provocano oltre 13 miliardi di dollari l’anno di danni agli ecosistemi marini. Sono incluse anche le perdite economiche dei settori della pesca e del turismo, così come i costi di pulizia delle spiagge.
Sulle coste del Mediterraneo vivono 150 milioni di persone, che producono tra i maggiori quantitativi di rifiuti solidi urbani pro capite, tra i 208 e i 760 kg l’anno.
Gli oltre 200 milioni di turisti che ogni anno visitano il Mediterraneo generano un aumento del 40% dell’inquinamento estivo da plastica.

La presenza di intense attività umane nelle città e lungo le zone costiere, il vento, le correnti sono tutti fattori che influenzano fortemente la dispersione di plastica in mare. A questi si aggiungono i rifiuti portati da fiumi che sfociano in mare dopo aver attraversato aree densamente popolate. Il mar Mediterraneo è un bacino semi-chiuso e influenzato da intense attività umane, caratteristiche che lo rendono uno tra i mari più a rischio del mondo per l’inquinamento da plastica, che si accumula in grandi quantità e vi permane per lunghi periodi di tempo, sminuzzandosi in particelle sempre più piccole e insidiose. In questo mare, che rappresenta solo l’1% delle acque mondiali, si concentra il 7% della microplastica globale. L’inquinamento da plastica costituisce una grave minaccia per importanti settori economici del Mediterraneo, soprattutto la pesca e il turismo. La presenza di plastica determina, infatti, minori catture (e quindi minori entrate), danni alle imbarcazioni e agli attrezzi da pesca, riduzione della domanda da parte dei consumatori (preoccupati dalla presenza di plastica nelle carni del pesce), e costa al settore della pesca dell’Unione Europea circa 61,7 milioni di euro l’anno. Spiagge e porti sporchi e inquinati scoraggiano il turismo, determinando la perdita di posti di lavoro e ingenti costi di pulizia.

https://www.aics.gov.it/home-ita/settori/obiettivi-di-sviluppo-sostenibile-sdgs/

LA NOSTRA SOLUZIONE

River Cleaner attraverso un impianto completamemte automatizzato permette di evitare la dispersione in mare e la successiva trasformazione in microplastiche dei rifiuti. Questo impianto innovativo, permette di integrare la gestione dei rifiuti nel regolare processo di indirizzamento allo smaltimento; utilizzando quindi le infrastrutture ed i mezzi già a disposizione delle aziende addette alla gestione dei rifiuti urbani ed extra-urbani

IL PROBLEMA

close

La plastica rappresenta la quasi totalità (60-95%) dei rifiuti rinvenuti nei mari del mondo ed è il principale rifiuto rinvenuto sulle spiagge.

Il Mar Mediterraneo, è oggi tra i mari più inquinati al mondo a causa della plastica che rappresenta il 95% dei rifiuti in mare aperto. L’Europa, il secondo maggiore produttore di plastica al mondo dopo la Cina, riversa in mare ogni anno tra le 150 e le 500 mila tonnellate di macroplastiche e tra le 70 e 130 mila tonnellate di microplastiche.

Il Problema

“Out of the plastic trap: saving the Mediterranean from plastic pollution”

close

Secondo il report del WWF Alessi E. et al. 2018. “Out of the plastic trap: saving the Mediterranean from plastic pollution”, il suo principale serbatoio è proprio il Mediterraneo che rischia di trasformarsi in una vera e propria “trappola di plastica”. I grandi pezzi di plastica feriscono, strangolano e causano spesso la morte di animali, incluse specie protette e a rischio come le tartarughe marine. Ma sono le microplastiche, frammenti più piccoli e insidiosi, a raggiungere nel Mediterraneo concentrazioni record. Entrando nella catena alimentare, questi frammenti minacciano un numero ancora maggiore di specie animali e mettono a rischio anche la salute umana.

L’80% di tutta questa plastica proviene da fonti terrestri e solamente il 20% da fonti marine (come pesca, acquacoltura e trasporto navale). Le 10-20 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno finiscono negli oceani del Pianeta provocano oltre 13 miliardi di dollari l’anno di danni agli ecosistemi marini. Sono incluse anche le perdite economiche dei settori della pesca e del turismo, così come i costi di pulizia delle spiagge.
Sulle coste del Mediterraneo vivono 150 milioni di persone, che producono tra i maggiori quantitativi di rifiuti solidi urbani pro capite, tra i 208 e i 760 kg l’anno.
Gli oltre 200 milioni di turisti che ogni anno visitano il Mediterraneo generano un aumento del 40% dell’inquinamento estivo da plastica.

La presenza di intense attività umane nelle città e lungo le zone costiere, il vento, le correnti sono tutti fattori che influenzano fortemente la dispersione di plastica in mare. A questi si aggiungono i rifiuti portati da fiumi che sfociano in mare dopo aver attraversato aree densamente popolate. Il mar Mediterraneo è un bacino semi-chiuso e influenzato da intense attività umane, caratteristiche che lo rendono uno tra i mari più a rischio del mondo per l’inquinamento da plastica, che si accumula in grandi quantità e vi permane per lunghi periodi di tempo, sminuzzandosi in particelle sempre più piccole e insidiose. In questo mare, che rappresenta solo l’1% delle acque mondiali, si concentra il 7% della microplastica globale. L’inquinamento da plastica costituisce una grave minaccia per importanti settori economici del Mediterraneo, soprattutto la pesca e il turismo. La presenza di plastica determina, infatti, minori catture (e quindi minori entrate), danni alle imbarcazioni e agli attrezzi da pesca, riduzione della domanda da parte dei consumatori (preoccupati dalla presenza di plastica nelle carni del pesce), e costa al settore della pesca dell’Unione Europea circa 61,7 milioni di euro l’anno. Spiagge e porti sporchi e inquinati scoraggiano il turismo, determinando la perdita di posti di lavoro e ingenti costi di pulizia.



https://www.aics.gov.it/home-ita/settori/obiettivi-di-sviluppo-sostenibile-sdgs/

close

Scopri di più

LA NOSTRA SOLUZIONE

close

River Cleaner attraverso un impianto completamemte autimatizzato permette di evitare la dispersione in mare e la successiva trasformazione in microplastiche dei rifiuti. Questo impianto innovativo, permette di integrare la gestione dei rifiuti nel regolare processo di indirizzamento allo smaltimento; utilizzando quindi le infrastrutture ed i mezzi già a disposizione delle aziende addette alla gestione dei rifiuti urbani ed extra-urbani

La nostra soluzione